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Percorso del Pellegrino

Nome percorso: Percorso del Pellegrino

Tempo necessario: in auto senza soste circa 4 ore, con soste circa 3 giorni - a piedi senza con soste circa 6 giorni

Quella che immaginiamo è la storia di un pellegrino che alla fine del Duecento si dirige verso la tomba di S. Pietro e Paolo a Roma. Lungo la strada, tra Ponte d’Arbia e Radicofani, si trova ad attraversare la Val d’Orcia.

La via Francigena... quante storie potrebbe raccontare, storie di pellegrini, di viandanti, di artigiani e commercianti. Quella che immaginiamo è la storia di un pellegrino che alla fine del Duecento, con il suo mantello e il suo bardone (bastone) si dirige verso la tomba di S. Pietro e Paolo a Roma. Lungo la strada, tra ponte d’Arbia e Radicofani, si trova ad attraversare la Val d’Orcia. Davanti a lui si presentano molteplici opportunità di tragitto, punteggiate da molti luoghi che vorrebbe visitare, dove lasciare un segno del suo passaggio e arricchirsi intimamente nel suo percorso devozionale o penitenziale, grazie alla visita ad un’abbazia o ad una pieve.

...Ha da poco lasciato Buonconvento, un bel borgo dove ha dormito in un hospitale, ha mangiato una zuppa di cavolo e riempito la sua bisaccia di acqua, pane e formaggio, quando si trova ad un incrocio e chiedendo ad alcuni contadini che stanno mietendo il grano, viene a sapere che da lì, in direzione di ponente può incontrare il monastero vallombrosano dei conti dell’Ardenga (Badia Ardenga).

Poche ore più tardi, dirigendosi nuovamente a nord e ripresa la strada più a valle, quella meno faticosa, si aggiunge ad un gruppo di monaci che si avviano verso Torrenieri, da dove poi si dirigeranno alla chiesa battesimale di S. Pietro in Pava, in Val d’Asso che pare essere un’importante pieve che vale la pena di conoscere. E’ nel fienile di un contadino di queste parti che passa la notte.

La Valle dell’Asso si snoda davanti a lui con le anse serpeggianti del suo torrente principale e quello che vede gli sembra talmente bello che pensa di rimanere un po’ alla pieve di Pava prima di tornare a Torrenieri.

Fuori da una locanda sente qualcuno parlare dei briganti che pare siano un grosso pericolo per chi transita in queste zone. La preoccupazione per eventuali assalti fa si che egli rimanga in forte dubbio sul tragitto da seguire, non sa decidere sul da farsi, se proseguire il tragitto più diretto per raggiungere S. Quirico, oppure seguire il torrente Asso per raggiungere l’Abbazia di S. Antimo. Decide Infine di recarsi a S. Antimo e quindi, in compagnia di un frate di S. Pietro ad Asso percorre la strada polverosa che costeggia il corso d’acqua. Lungo la strada il monaco racconta al pellegrino la storia recente del suo monastero, di come sia stato ingrandito e abbellito. Salutato il monaco e rifocillatosi alla mensa del monastero intraprende il percorso per giungere a S. Antimo. Dopo una forte salita che dal piano dell’Asso lo porta ad un vasto pianoro, la sua fatica è ripagata dalla vista della Valle dello Starcia, in mezzo alla quale si erge la bianca costruzione dell’Abbazia. La visita alla grande chiesa abbaziale è stupefacente e la sosta sotto ad un grande olivo più che mai meritata.

Il suo viaggio poi riprende e la direzione che segue gli è suggerita dallo stesso Marco, abate dell’Abbazia in quegli anni. Quella che intraprende il pellegrino è la risalita di un erto versante segnato a malapena come sentiero nella boscaglia, attraversa il fiume Orcia e sale poi per una bella strada in parte brecciata fino ad un vasto pianoro che domina la Val d’Orcia, la Val d’Asso e la Val d’Arbia.

Il suo sguardo si perde ad occidente fino a scorgere Siena, a est si imbatte sulla potente fortificazione della Rocca di Tentennano (Castiglione d’Orcia). Di fonte a lui invece si profila la costruzione della pieve di S. Vito in Osenna (oggi Romitorio), una chiesa molto antica che l’abate gli ha suggerito di vistare per la meravigliosa posizione in cui si trova. Ormai si sta avvicinando la sera e perciò decide che sosterà in un hospitale del grande centro di San Quirico d’Orcia che non fatica a raggiungere seguendo una bella strada in discesa. Quando entra dalla porta del castello si apre davanti ai suoi occhi uno spettacolo che lo stordisce dopo la solitudine dell’ultimo tratto di cammino. La via principale che attraversa il borgo è piena di gente, viandanti, mercanti, banchi che offrono tutto ciò che si possa voler mangiare, pane, formaggi, frutta e verdura di ogni tipo. Stoffe dai colori sgargianti, brocche di terracotta e galline nelle ceste di vimini.

Cerca l’ospedale per il pellegrini e lo trova davanti alla pieve di S. Maria il cui portale gli ricorda immediatamente quello visto a S. Antimo.

Dopo la notte passata all’ospedale gestito dal grande ospedale senese della Scala, l’oste gli consiglia di fermarsi anche ad un altro hospitale della Scala di Siena, quello che si trova nei pressi del ponte sul fiume Orcia, l’ospedale si chiama infatti del Ponte (Spedaletto) e non dista molto dai terapeutici Bagni di Vignone. Dopo essersi immerso nelle calde acque sulfuree si sente ormai rinvigorito e raggiunge l’ospizio in poco tempo. Si accorge subito che l’Ospedale del Ponte è molto simile ad un castello fortificato e dietro le torri scorge il profilo del ponte. Decide però di fermarsi poco tempo, quello che serve per rifocillarsi e giungere prima di sera alla pieve di Corsignano e al vicino Romitorio, dove i monaci risiedono in grotte scavate nell’arenaria. La strada di crinale che segue è spettacolare. Il panorama avvolgente delle colline argillose ricolme di ginestre avvicina lo spirito del pellegrino alla dimensione mistica che ricerca in ogni tappa del suo viaggio.

La pieve di Corsignano è molto vicina al castello di Corsignano (oggi Pienza) e salendo il costone di arenaria fa una visita alla cappella del Romitorio per poi sostare nei pressi della porta del castello. La mattina seguente il suo viaggio riprende in direzione sud, due alternative gli vengono proposte. Può attraversare il ponte sull’Orcia e dirigersi verso sud oppure costeggiare la sponda destra in direzione est sostando al rinomato ospizio delle Briccole dove potrebbe rifocillarsi e visitare la chiesetta di S. Pellegrino.

Decide però di dirigersi verso l’abbazia si S. Pietro in Campo . La strada che percorre per giungere all’abbazia è quasi tutta pianeggiante e di fondo valle segnata dai pioppi e dalle ginestre che seguono il corso d’acqua. L’alta Val d’Orcia qui gli appare diversa, la sagoma incombente del Monte Amiata domina il paesaggio. Decide di dirigersi ad ovest, attraversando sia il torrente Formone che il fiume Orcia e sosta in un ospedale del castello di Contignano. Il suo viaggio si fa adesso più faticoso, deve salire sul versante settentrionale dell’Amiata per raggiungere l’Eremo e il monastero del Vivo d’Orcia. Le strade che segue sono immerse nei castagneti e lasciandosi alle spalle le acque calde di S. Filippo risale fino al monastero del Vivo, dove potrà dissetarsi ad una sorgente di acqua fresca. L’ultima tappa del suo viaggio in Val d’Orcia, prima di entrare nello Stato Pontificio, dirigendosi verso Bolsena, è Radicofani, il grande castello che sovrasta dall’alto la Valle e che nonostante la sua posizione elevata è attraversato dalla via Francigena per la volontà dei vari proprietari che hanno tenuto il castello negli ultimi secoli. Quando il nostro pellegrino sosta in uno degli ospedali del borgo è Ghino di Tacco, il famoso bandito, ha controllare Radicofani e l’intero tratto di strada che attraversa l’alta Val d’Orcia e la Valle del Paglia.

Quando scende il versante si ferma a comprare una nuova bisaccia al piccolo mercato del borgo di Callemala che è stato allestito quel giorno vicino alla chiesa di S. Cristina. A Callemala tra le case del piccolo borgo vede tramontare il sole dietro alla vetta del monte Amiata che sembra schiacciare in contorni della valle con la sua imponenza. Pensa alla strada che dovrà ancora percorrere prima di arrivare a Roma e si siede sui gradini della chiesa a mangiare un pezzo di formaggio che ha comprato da un pastore appena fuori dal borgo mentre era intento a rimettere il suo gregge dentro ad un recinto di rami intrecciati.

Siti inclusi in questo Percorso

  1. Una delle immagini del Sito S. Pietro ad Asso

    S. Pietro ad Asso

    L’antichissimo monastero di S. Pietro ad Asso è indicato in una carta longobarda dell’anno 715, dove si dice che esso è stato voluto dal re longobardo Ariperto

  2. Una delle immagini del Sito S. Antimo

    S. Antimo

    La grande abbazia benedettina di S. Antimo domina con la sua imponente mole la bellissima Valle dello Starcia. L’abbazia è attestata fin dal IX secolo, la leggenda vuole che essa sia stata voluta dall’imperatore Carlo Magno, ma l’aspetto attuale si deve ad una completa riedificazione seguita ad una donazione del conte Bernardo degli Ardengheschi elargita nell’anno 1117. La chiesa di Sant’Antimo è considerato il più importante monumento romanico della Toscana meridionale.

  3. Una delle immagini del Sito Castiglione D'Orcia

    Castiglione D'Orcia

    La storia di Castiglione d’Orcia si intreccia a quella di Rocca d’Orcia molto vicine anche topograficamente. La struttura dell’abitato si concentra attorno alla rocca e al cassero che dominano da un’altura il circostante borgo.

  4. Una delle immagini del Sito Romitorio

    Romitorio

    Dove oggi si trova la chiesetta dedicata a S. Rocco presso il podere Romitorio, si identifica l’antica pieve di S. Vito in Osenna e la chiesa di Sant’Ansano delle quali si parla in documenti di età longobarda a partire dall’anno 715 d.C. La vista che si ha dal pianoro del Romitorio della Val d’Orcia, della Val d’Asso e di Siena in lontananza è unica.

  5. Una delle immagini del Sito San Quirico d'Orcia

    San Quirico d'Orcia

    Il borgo di San Quirico d’Orcia ha da sempre rivestito un ruolo importante per l’area a sud di Siena sin dal XII secolo quando divenne residenza del funzionario imperiale.

    Il borgo è nominato già dall’altomedioevo così come la pieve di San Quirico nota dal 714. La sua storia è oltremodo collegata a quella della strada essendo l’ultimo avamposto prima dell’inizio di un tratto del percorso tra i più insicuri, quello che attraversava la Val d’Orcia.

  6. Una delle immagini del Sito Spedaletto

    Spedaletto

    Spedaletto è stata una delle principali grance dell’Ospedale di S. Maria della Scala di Siena, ma in precedenza, secondo alcuni già nell'altomedioevo, era uno spedale lungo la Francigena: l'hospitalis S. Nicolai, o del Ponte

  7. Una delle immagini del Sito Bagno Vignoni

    Bagno Vignoni

    Bagno Vignoni (1) è una località termale nota fin dall’epoca romana. La prima memoria medievale del Bagno è del 1170 quando l’imperatore Federico II dette in feudo i bagni e il castello di Vignoni al cardinale Unifredo.

  8. Una delle immagini del Sito Pieve di Corsignano

    Pieve di Corsignano

    La pieve di Corsignano era una delle più importanti tappe di uno dei percorsi della via Francigena. Il tracciato dopo aver oltrepassato Torrenieri deviava in uno dei più lunghi e importanti percorsi alternativi la cosiddetta strada vecchia per Corsignano.

  9. Una delle immagini del Sito Briccole

    Briccole

    Nella zona che oggi si chiama ancora Podere Le Briccole si colloca il luogo di sosta tra San Quirico d’Orcia e Radicofani indicato per la prima volta come Abricula dal vescovo Sigerico nel suo viaggio lungo la Francigena svoltosi fra il 990 e il 994. Presso questa stazione sostò nel 1088 la contessa Matilde nel viaggio di ritorno da Roma e nel 1191 Filippo Augusto re di Francia di ritorno dalla terza crociata.

  10. Una delle immagini del Sito San Pietro in Campo

    San Pietro in Campo

    Non conosciamo la data di fondazione di questa abbazia, sappiamo che il monastero fu edificato su terreno demaniale. La prima notizia che ne attesta l’esistenza risale al 1031, quando lo si ricorda patronato dei conti Manenti di Sarteano. Inizialmente il monastero segue la Regola di San Benedetto fino al secolo XII quando passa ai Camaldolesi.

  11. Una delle immagini del Sito Contignano

    Contignano

    Contignano è uno dei luoghi dove si percepisce meglio che la via Francigena copriva l’intero territorio della Val d’Orcia, attraversata da tracciati principali e secondari, più o meno utilizzati. Il castello di Contignano si trova al centro di questi fasci di strade.

    Esso è noto fin dal 1028 quando nei documenti si parla di terre et res ille de Cutegnano.

  12. Una delle immagini del Sito Vivo d’Orcia, il monastero e la Contea

    Vivo d’Orcia, il monastero e la Contea

    L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea. Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini.

  13. Una delle immagini del Sito Radicofani

    Radicofani

    Un tratto importante della Francigena passava per Radicofani, un castello posto su un’alta collina a dominio della Val d’Orcia e della Valle del Paglia.

    Il castello di Radicofani è attestato sin dal 973, inizialmente è di proprietà imperiale ma per la sua straordinaria posizione è stato lungamente conteso fra i monaci di San Salvatore al Monte Amiata, gli Aldobrandeschi, i Manenti di Sarteano, la Santa Sede, i Salimbeni e il Comune di Siena. Solo alla fine del XV secolo la Repubblica senese se ne aggiudicò definitivamente il controllo, per passare poi, alla caduta della Repubblica senese, sotto il controllo di Firenze.

  14. Una delle immagini del Sito Callemala

    Callemala

    Callemala o Callimala o Callis Malus è stato un antico borgo medievale di presunta origine romana, oggi scomparso, sulla via Francigena nella Valle del Paglia.

    Si può identificare con il toponimo Callemala la posizione dell’antico casale di Presoniano documentato nell’anno 830 per la presenza di una taverna. Callemala contiene nel nome l’indicazione di un tratto di strada certamente poco agevole cioè "strada cattiva".

  15. Una delle immagini del Sito Badia Ardenga

    Badia Ardenga

    Questo luogo, immerso nella pace di vigne e boschi, nel Medioevo è stato la sede di un'importante abbazia prima benedettina poi, dal XIII secolo, vallombrosana.

  16. Una delle immagini del Sito Vivo d’Orcia, l’Ermicciolo

    Vivo d’Orcia, l’Ermicciolo

    L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea.

    Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini tradizionalmente attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.

  17. Una delle immagini del Sito Pieve di Pava

    Pieve di Pava

    Nella località di Pava il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena ha iniziato dal 2004 lo scavo di un grande complesso archeologico nell'area dove si identifica la chiesa battesimale di S. Pietro in Pava (baptisterium Sancti Petri in Pava) riportata in documenti longobardi dall'anno 714.

  18. Una delle immagini del Sito Romitorio di Pienza

    Romitorio di Pienza

    Romitorio è un suggestivo sito rupestre, cioè scavato nella roccia sottostante la chiesa di S. Caterina. L’area è stata utilizzata nel medioevo per farne un eremo.