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Briccole

Titolo: Briccole
Tipo:

Località:     Latitudine: 42.98510    Longitudine: 11.68876

Nella zona che oggi si chiama ancora Podere Le Briccole si colloca il luogo di sosta tra San Quirico d’Orcia e Radicofani indicato per la prima volta come Abricula dal vescovo Sigerico nel suo viaggio lungo la Francigena svoltosi fra il 990 e il 994. Presso questa stazione sostò nel 1088 la contessa Matilde nel viaggio di ritorno da Roma e nel 1191 Filippo Augusto re di Francia di ritorno dalla terza crociata.

Una sosta famosa: Abricule

Nella zona che oggi si chiama ancora Podere Le Briccole si colloca il luogo di sosta tra San Quirico d’Orcia e Radicofani indicato per la prima volta come Abricula dal vescovo Sigerico nel suo viaggio lungo la Francigena svoltosi fra il 990 e il 994. Presso questa stazione sostò nel 1088 la contessa Matilde nel viaggio di ritorno da Roma e nel 1191 Filippo Augusto re di Francia di ritorno dalla terza crociata.

Avvenimenti importanti si sono svolti presso le Briccole come la cattura di Arnaldo da Brescia da parte di Federico Barbarossa nel 1155 per poi essere consegnato a papa Adriano IV. In origine questo luogo di sosta apparteneva ai monaci camaldolesi del Vivo d’Orcia ma fu conteso dai numerosi feudatari della zona tra i quali i Visconti di Campiglia, i Salimbeni di Siena e il monastero di San Salvatore al Monte Amiata. Da una vendita redatta a Castiglione d’Orcia nel 1014 da una cartula iudicati del 1022 ed una promissionis del 1087 troviamo che l’insediamento delle Briccole, nell’XI secolo, presenta una struttura patrimoniale articolata di edifici alternati a vigne, orti e corti organizzati comunque in un’entità individuabile come borgo, di cui una parte, appunto, viene indicata come Capo di Burgo. Nella prima metà del secolo successivo, dalle Briccole pare che partì un certo Lamberto per fondare la comunità Camaldolese del Vivo la quale ben presto vi controllò un ospizio che prese il significativo nome di San Pellegrino.

L’ospizio e la chiesa delle Briccole sono appartenute dal 1438 al Monastero della Rosa di Siena a cui furono riuniti i monaci del Vivo nel 1338 fino alla sua soppressione all’inizio del XIX secolo.

Dell’antico luogo di sosta si conserva solo la chiesa romanica di S. Pellegrino mentre l’edificio rurale e il pozzo appartengono alla fase di appoderamento della Val d’Orcia. La chiesa, adiacente al lato meridionale della colonica delle Briccole, é costituita da un semplice edificio a pianta rettangolare, ad unica navata, coperto a capriate. Le uniche strutture in vista riferibili all'edificio originale sono il paramento murario della parte inferiore della facciata, costituito da corsi orizzontali e paralleli di conci di trachite, ed il corrispondente portale, architravato e sormontato da un arco a tutto sesto. Il rivestimento della parte superiore é un rimontaggio e la finestra rettangolare che si apre sopra il portale é di epoca moderna; materiali di reimpiego sono utilizzati sulle altre pareti della struttura.

In quest’are a metà degli anni Novanta del XX secolo sono state svolte indagini archeologiche di superficie che hanno permesso di individuare tracce consistenti di utilizzo della zona in epoca etrusca e romana, nonché di un abitato altomedievale coevo con la menzione di Sigerico.

Approfondimenti

Sigerico

Sigerico di Canterbury è stato un cattolico britannico arcivescovo di Canterbury. E’ collegato alla via Francigena dato che attorno al 990 si recò a Roma per ricevere dalle mani del Pontefice Giovanni XV il pallio, simbolo della dignità arcivescovile. La sua notorietà odierna è legata essenzialmente al ritrovamento del diario di viaggio di ritorno, dove sono annotate le 80 tappe di quella che sarebbe stato chiamato Itinerario di Sigerico lungo la via Francigena. Nel suo viaggio egli annota la sosta presso la stazione di Abricule compresa tra quelle di S. Pietro in Paglia e S. Quirico.

Tracce archeologiche alle Briccole

A metà degli anni Novanta l’area agricola delle Briccole è stata sottoposta a indagini archeologiche di superficie sistematiche nell’ambito del progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena. Le indagini si sono svolte camminando regolarmente sui fondi agricoli arati analizzando e cercando di interpretare i reperti archeologici tratti in superficie dai mezzi agricoli. Il rinvenimento e il riconoscimento dei reperti ha permesso di immaginare intorno al podere l’esistenza di una grande villa in epoca romana imperiale e tardo antica (II secolo a.C. – VI secolo d.C.). Sono stati riconosciuti anche alcuni materiali coevi al periodo di Sigerico e alla presenza del borgo come detto nell’itinerario dell’arcivescovo. Molti reperti sono infatti databili tra IX e XIII-XIV secolo e sono concentrati nella zona più prossima all’attuale podere.

Prospezioni geofisiche alle Briccole

Il Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento dell’Università di Siena) ha realizzato presso le Briccole una copertura di oltre 2 ettari e mezzo di magnetometria in collaborazione con il comune di Castiglione d’Orcia. I magnetogrammi hanno rivelato la presenza di un grande recinto (oltre 100 m di dimensioni) che pare racchiudere una struttura al suo interno. Dall’incrocio con i materiali presenti in superficie le anomalie possono essere messe in relazione con la presenza di una villa romana nel sottosuolo.

Magnetometria

Sistema geofisico di prospezione di tipo passivo che rileva le proprietà ed i comportamenti anomali dei campi magnetici presenti nel sottosuolo. Le anomalie possono essere provocate dalla presenza di corpi o strutture sepolte in particolare se di materiale metallico ma anche strutture ed elementi di interesse archeologico.