Titolo: Romitorio di Pienza
Tipo:
Romitorio è un suggestivo sito rupestre, cioè scavato nella roccia sottostante la chiesa di S. Caterina. L’area è stata utilizzata nel medioevo per farne un eremo.
Romitorio: le fantastiche figure scolpite nel tufo
Romitorio è un suggestivo sito rupestre, cioè scavato nella roccia sottostante la chiesa di S. Caterina (1-3bis). Topograficamente si trova compreso fra questa chiesa e la pieve di Corsignano. La parete di arenaria è stata scavata, in un passato imprecisato, probabilmente per ricavarne una o più tombe.
Certamente sappiamo che l’area è stata utilizzata nel medioevo per farne un eremo. Le pareti interne vengono riutilizzate e modificate (11) per ricavarne più vani sulle pareti dei quali vengono scolpiti volti, figure umane e animali (4-6bis). Tali sculture sono di difficile datazione, alcuni propongono genericamente il XIV-XV secolo. Uno dei vani tra quelli più grandi era utilizzato come cappella (7). Non sappiamo quanto gli eremiti continuarono a frequentare questo luogo.
Nel 1344 sicuramente era ancora abitato dato che sulla parete si trova un’iscrizione di un certo frate Luca che reca questa data. La presenza degli eremiti è attestata da fonti documentarie almeno fino al 1700; pare che una storia ricordi come fuggì, nel XVIII secolo, l’ultimo eremita. Fa parte del complesso ipogeo anche una piccola cappella dedicata alla Madonna del Latte (9).
Sculture
Alcune pareti degli ambienti vengono scolpite con volti, figure antropomorfe, zoomorfe e fitomorfe. La stanza più ricca è quella attigua alla cappella (4-5).
Tra le sculture presenti ci sono la statua di un frate, una testa di Cristo (6), una sirena bicaudata (8), simile a quella della vicina pieve di Corsignano. Il gruppo di altorilievi più consistente è rappresentato dai resti di quattro figure umane quasi a tutto tondo (5), delle quali almeno due femminili, avvolte in lunghe vesti che dovevano affiancare un cristo alla colonna ormai scomparso.
Iscrizione di frate Luca
L’iscrizione recita queste parole:
“A.D. MCCCXLIV Voi che venite prendete a mente a me che giaccio nel monimento, tal fui come voi siete e tal so come voi sarete, dite un Pater pe’ l’anima di F. Luca”.
Storia dell’ultimo eremita
Un cronista pientino del XVII secolo, Vincenzo Vannucci, ricorda come fuggì uno fra gli ultimi eremiti che abitò al Romitorio. Si trattava di un romito veneziano che con la scusa di andare in montagna a far legna “attaccò un asino né più si vedè”. L’ultima notizia riguardante un romito che visse qui si riferisce ad un certo Domenico Colucci da Monticiano, cui fu concessa la “patente di Romito” il 23 febbraio 1768.
Cappella della Madonna del Latte
La piccola cappella si trova scavata nell’arenaria poco sotto la chiesa dedicata a Santa Caterina nella scoscesa scalinata ricavata nella pietra che conduce al sottostante Romitorio. dove Sulla parete di fondo c'è un rilievo forse del XV secolo raffigurante la Madonna del latte (10) il cui culto, legato al tema della fertilità, risale probabilmente a tempi molto antichi e al probabile stillicidio di acqua calcarea che doveva essere presente in questa zona. Fino a non molti anni fa la cappella è stata meta delle puerpere: accendere una candela all’immagine della Vergine che nutre il figlio, alimentava la speranza di avere latte abbondante.