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Vivo d’Orcia, l’Ermicciolo

Titolo: Vivo d’Orcia, l’Ermicciolo
Tipo:

Località:     Latitudine: 42.92292    Longitudine: 11.64222

L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea.

Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini tradizionalmente attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.

L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea.

Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini tradizionalmente attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.

Presso la Contea si trova anche la chiesa dedicata a San Marcello. Non distante dall’Eremo, in mezzo ai boschi, si trova l’oratorio di San Benedetto, chiamato Ermicciolo, probabilmente la prima sede dell’Eremo del Vivo, la cui fondazione è attribuita a San Romualdo all’inizio dell’XI secolo. Il monastero quindi sorse sotto la Regola di San Benedetto per poi passare a quella Camaldolese.

Il monastero camaldolese del Vivo era strutturato secondo il modello della casa madre, cioè un eremo (oggi Ermicciolo) in alto in posizione particolarmente isolata e un monastero più in basso a fare da filtro con la società (oggi Eremo).

Il monastero decadde già nel XIII secolo ed i suoi beni passarono prima ai Farnese e successivamente ai Cervini.

Il modello camaldolese

L’Eremo e il monastero di Camaldoli, dai quali si è sviluppata la congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto, sono stati fondati da San Romualdo, monaco benedettino in una suggestiva foresta dell’Appennino tosco-romagnolo nell’anno 1027.

Camaldoli è la Casa madre della congregazione, da essa nei secoli, si sono propagati numerosi monasteri, tra le prime aree di sviluppo dell’Ordine vi è l’Alta Valle del Tevere, dove esso ha esercitato una larga influenza a partire dal XII secolo.

Oggi è punto di riferimento di dieci comunità maschili presenti in Italia, Stati Uniti d'America, Brasile e India. La Regola camaldolese coniuga la dimensione comunitaria e quella solitaria, espressa, architettonicamente dalla presenza, nella stessa struttura, sia dell'eremo che del monastero.

I monaci quindi possono seguire stili di vita in parte diversi, dando maggior spazio alla vita comunitaria presso il monastero e privilegiando il raccoglimento personale presso l'eremo.

Ermicciolo

In località Ermicciolo, alle sorgenti del torrente Vivo, si trova la chiesetta romanica dell’Eremo dedicata a S. Bartolomeo. Questa dovette essere la sede del primitivo monastero benedettino fondato da Romualdo nell’XI secolo. La chiesa è immersa in un magnifico castagneto, è a navata unica conclusa da un’abside semicircolare, ha una muratura in conci di pietra trachitica squadrati.

E’ notevole l’apparato decorativo della facciata, formato da arcatelle pensili, colonnine e riquadri di opus reticolatum. Decorata risultata anche l’abside da un motivo ad arcatelle simile a quello della facciata.

L'epoca di costruzione della cappella è incerta, anche se presenta caratteri architettonici e decorativi di chiara espressione romanica.