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S. Maria in Pava

Titolo: S. Maria in Pava
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L'attuale Pieve di Pava, sotto il titolo di Santa Maria, sostituì verso la metà dell'XI secolo la mater ecclesia di S. Pietro, la cui origini è databile in epoca paleocristiana.

Le vicende documentarie dell'antica pieve di S. Pietro in Pava iniziano nel giugno del 715 nell’ambito della disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo per il possesso di chiese poste lungo il confine fluttuante tra i due territori. In questo documento si parla di un Audo presbiter de baptisterio sancti Petri in Pava.

S. Maria in Pava

L'attuale Pieve di Pava, sotto il titolo di Santa Maria, sostituì verso la metà dell'XI secolo la mater ecclesia di S. Pietro, la cui origini è databile in epoca paleocristiana.

Le vicende documentarie dell'antica pieve di S. Pietro in Pava iniziano nel giugno del 715 nell’ambito della disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo per il possesso di chiese poste lungo il confine fluttuante tra i due territori. In questo documento si parla di un Audo presbiter de baptisterio sancti Petri in Pava.

La prima citazione della pieve di Pava con la nuova intitolazione a Santa Maria è dell’anno 1029 e si può presupporre che almeno dall’XI secolo esistesse una chiesa sulla collina di Pava.

La facciata cui si accede da una piccola scalinata addossata alla vecchia canonica è molto semplice, in bozze di travertino e laterizi; il portale archivoltato, privo di ornamentazione plastica, è arricchito da una frammentaria lunetta a fresco, forse del primo Trecento, raffigurante la "Madonna col Bambino e due santi". Il paramento murario laterale è in bozze di travertino.

Sul retro è riconoscibile il perimetro dell'antica abside forse ad andamento triconco.

La struttura è ad un'unica navata, coperta da capriate. Recuperata dopo decenni di abbandono è oggi di proprietà privata.

Approfondimenti

Disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo

Fra la diocesi di Arezzo e quella di Siena a partire dalla metà circa del VII secolo è nota una famosa contesa che si protrae per circa sei secoli per il possesso di alcune chiese che ha prodotto una cospicua base documentaria relativa a convenzioni, testimoniali, giudicati, precetti, con i quali si confermano quasi sempre le chiese alla diocesi aretina.

I documenti sono conservati presso l’Archivio Capitolare di Arezzo. Una delle fasi più importanti della contesa si ebbe in epoca longobarda (VII e VIII secolo).

I documenti di questa fase che furono discussi anche davanti al re Liutprando sono conservati in copie di XI secolo.

Abside triconca

Il termine abside dal greco "cerchio" indica una muratura semicircolare ricoperta da una semicupola.

Nelle chiese cristiane in genere costituisce la parte terminale della navata centrale, dietro l'altare e contiene il coro, il soffitto semisferico interno che corrisponde alla semicupola è detto conca o catino.

In talune chiese si possono trovare più absidi delle stesse dimensioni, quando sono tre si parla di abside triconca.