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Montelifrè

Titolo: Montelifrè
Tipo:

Località:     Latitudine: 43.17018    Longitudine: 11.66237

Montelifrè nel Medioevo si chiamava Monterenfredi faceva parte dei castelli della Scialenga. Il castello insieme alle altre comunità della Scialenga entra a far parte del contado senese tra fine XII-inizio XIII secolo.

Montelifrè nel Medioevo si chiamava Monterenfredi faceva parte dei castelli della Scialenga. Il castello insieme alle altre comunità della Scialenga entra a far parte del contado senese tra fine XII-inizio XIII secolo. Nel 1213 i sedici copofamiglia di Montelifrè parteciparono al giuramento che sanciva la subordinazione delle comunità già dominate dai conti Scialenghi, al Comune di Siena. Anche se ancora un secolo dopo, il cassero e la fortezza di Montelifrè erano proprietà di un discendente degli Scialenghi della linea dei Cacciaconti. Le fortificazioni del castello avrebbero dovuto essere distrutte nel 1289, per delibera del Consiglio Generale di Siena, ma forse il provvedimento non ebbe corso, o il castello fu presto ricostruito dato che sono ancora ben visibili le rovine del cassero. In epoca non precisata si sarebbero affermati, presso il castello i possedimenti della nobile casa dei Martinozzi di Siena, derivata da un Martinozzo di Montepulciano, fiorita sul principio del '300.

Attualmente l'unica via di accesso a Montelifrè è una strada campestre, ma in origine il sistema di collegamento al castello era più capillare: la strada proveniente da Montisi, di cui restano alcuni tratti selciati, una volta raggiunto il borgo, lo attraversava completamente fino alla porta nord, da cui per il bosco conduceva ai mulini e al torrente, proseguendo poi in direzione di Trequanda. Tale strada ha sempre subito le difficoltà causate dagli smottamenti e dalle inondazioni, fino alla sostituzione del percorso avvenuta nel XVIII secolo.

La via di accesso a Montelifrè è una strada campestre, delimitata da un lungo filare di cipressi, che si stacca dalla strada principale che porta a Montisi, all'altezza del Madonnino detto di Montelifrè.

Sulla vetta della collina si trovano i grandiosi ruderi della rocca in bel filarotto.

Ai piedi di essi, sul versante sud-est si trova la parte bassa del castello, racchiusa entro un circuito di mura, che inglobano a metà una torre e sulle quali è poi sorta una fila di case. Nelle mura si aprono due porte contrapposte: una a sud-ovest con antiporto e una a nord-est, collegate in origine da una strada, molto caratteristica, di cui sono rimasti soltanto circa due terzi; infatti, verso la porta di nord-est, è stata costruita una casa colonica che la interrompe, costringendo ad accedervi da un vicoletto laterale, tanto che l' antica porta serve ora soltanto di accesso al cortile della casa suddetta, mentre l' ingresso al borgo è stato spostato verso la rocca.

Intorno alle strutture e all'interno della fortezza, si vedono grossi avanzi delle mura, ricoperti dalla vegetazione. I materiali di risulta del crollo, trascinati verso il basso si sono ammassati contro il basamento delle mura. In direzione della porta ovest si trova la chiesa di S. Biagio ricostruita nel corso del XVIII secolo.

Approfondimenti

Scialenga, Scialenghi e Cacciaconti

La Scialenga è un’area concentrata intorno al nucleo di Asciano e delle Crete senesi nella quale agì nel Medioevo la famiglia signorile degli Scialenghi. Le origini di questa famiglia si ricollegano alla grande consorteria feudale dei signori della Berardenga, discesi molto probabilmente da un Winighisi che negli anni 867-868 fu conte di Siena e di Roselle. Essi ereditarono il nome da Asciano, il centro giurisdizionale più significativo del loro patrimonio, sono attestati già a partire dal secolo XI. A quest'epoca la loro azione gravita ancora verso i territori aretini e, in misura marginale, verso il senese e il grossetano.

Nel secolo successivo, l'originario nucleo familiare si parcellizza in una serie di ramificazioni parentali tra le quali una delle maggiori fu quella dei Cacciaconti.

A differenza dei loro progenitori, i Cacciaconti indirizzarono i propri interessi verso l'area senese: alcuni tra i castelli maggiori furono Serre, Sinalunga, Trequanda, Montisi, Petroio, Bettolle e tra questi anche Montelifrè.

Dal XIII secolo i patrimoni degli Scialenghi iniziarono ad essere erosi da parte del potere senese e molti dei centri che dipendevano da questa famiglia passarono sotto il controllo cittadino.