I Siti di Interesse presenti sulla Via Francigena ed attorno ad essa: schede informative con dati storici e documentali sulla loro origine e funzione, fotografie aeree e planimetrie degli edifici, indicazioni su come arrivarci.
Badia Ardenga
Questo luogo, immerso nella pace di vigne e boschi, nel Medioevo è stato la sede di un'importante abbazia prima benedettina poi, dal XIII secolo, vallombrosana.
Briccole
Nella zona che oggi si chiama ancora Podere Le Briccole si colloca il luogo di sosta tra San Quirico d’Orcia e Radicofani indicato per la prima volta come Abricula dal vescovo Sigerico nel suo viaggio lungo la Francigena svoltosi fra il 990 e il 994. Presso questa stazione sostò nel 1088 la contessa Matilde nel viaggio di ritorno da Roma e nel 1191 Filippo Augusto re di Francia di ritorno dalla terza crociata.
Castiglione D'Orcia
La storia di Castiglione d’Orcia si intreccia a quella di Rocca d’Orcia molto vicine anche topograficamente. La struttura dell’abitato si concentra attorno alla rocca e al cassero che dominano da un’altura il circostante borgo.
Montelifrè
Montelifrè nel Medioevo si chiamava Monterenfredi faceva parte dei castelli della Scialenga. Il castello insieme alle altre comunità della Scialenga entra a far parte del contado senese tra fine XII-inizio XIII secolo.
Montichiello
La prima attestazione storica di Monticchiello è nell'elenco dei castelli e delle corti cedute nel 973 dall'aldobrandesco Lamberto, figlio del marchese Ildebrando ad un certo prete Ropprando. Sino al Duecento la storia di questo importante castello, sede della chiesa battesimale di S. Leonardo (alla quale fu unita la più antica pieve di S. Maria dello Spino), rimane quasi del tutto ignota.
Pieve di Corsignano
La pieve di Corsignano era una delle più importanti tappe di uno dei percorsi della via Francigena. Il tracciato dopo aver oltrepassato Torrenieri deviava in uno dei più lunghi e importanti percorsi alternativi la cosiddetta strada vecchia per Corsignano.
Pieve di Pava
Nella località di Pava il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena ha iniziato dal 2004 lo scavo di un grande complesso archeologico nell'area dove si identifica la chiesa battesimale di S. Pietro in Pava (baptisterium Sancti Petri in Pava) riportata in documenti longobardi dall'anno 714.
Radicofani
Un tratto importante della Francigena passava per Radicofani, un castello posto su un’alta collina a dominio della Val d’Orcia e della Valle del Paglia.
Il castello di Radicofani è attestato sin dal 973, inizialmente è di proprietà imperiale ma per la sua straordinaria posizione è stato lungamente conteso fra i monaci di San Salvatore al Monte Amiata, gli Aldobrandeschi, i Manenti di Sarteano, la Santa Sede, i Salimbeni e il Comune di Siena. Solo alla fine del XV secolo la Repubblica senese se ne aggiudicò definitivamente il controllo, per passare poi, alla caduta della Repubblica senese, sotto il controllo di Firenze.
Rocca D'Orcia, Tentennano
La Rocca d’Orcia o Rocca a Tentennano o Tintinnano, come si legge nei più antichi documenti, si erge su uno sperone a dominio della Valle dell’Orcia con un profilo caratteristico e riconoscibile.
San Pietro in Campo
Non conosciamo la data di fondazione di questa abbazia, sappiamo che il monastero fu edificato su terreno demaniale. La prima notizia che ne attesta l’esistenza risale al 1031, quando lo si ricorda patronato dei conti Manenti di Sarteano. Inizialmente il monastero segue la Regola di San Benedetto fino al secolo XII quando passa ai Camaldolesi.
San Quirico d'Orcia
Il borgo di San Quirico d’Orcia ha da sempre rivestito un ruolo importante per l’area a sud di Siena sin dal XII secolo quando divenne residenza del funzionario imperiale.
Il borgo è nominato già dall’altomedioevo così come la pieve di San Quirico nota dal 714. La sua storia è oltremodo collegata a quella della strada essendo l’ultimo avamposto prima dell’inizio di un tratto del percorso tra i più insicuri, quello che attraversava la Val d’Orcia.
S. Antimo
La grande abbazia benedettina di S. Antimo domina con la sua imponente mole la bellissima Valle dello Starcia. L’abbazia è attestata fin dal IX secolo, la leggenda vuole che essa sia stata voluta dall’imperatore Carlo Magno, ma l’aspetto attuale si deve ad una completa riedificazione seguita ad una donazione del conte Bernardo degli Ardengheschi elargita nell’anno 1117. La chiesa di Sant’Antimo è considerato il più importante monumento romanico della Toscana meridionale.
S. Maria in Pava
L'attuale Pieve di Pava, sotto il titolo di Santa Maria, sostituì verso la metà dell'XI secolo la mater ecclesia di S. Pietro, la cui origini è databile in epoca paleocristiana.
Le vicende documentarie dell'antica pieve di S. Pietro in Pava iniziano nel giugno del 715 nell’ambito della disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo per il possesso di chiese poste lungo il confine fluttuante tra i due territori. In questo documento si parla di un Audo presbiter de baptisterio sancti Petri in Pava.
S. Pietro ad Asso
L’antichissimo monastero di S. Pietro ad Asso è indicato in una carta longobarda dell’anno 715, dove si dice che esso è stato voluto dal re longobardo Ariperto
Villore
Difficile è stabilire con esattezza le origini di questa canonica dalle rilevanti caratteristiche architettoniche data la carenza di documenti storici. E' ricordata in alcuni documenti aretini al tempo di Lotario I negli anni 833-883 a proposito della giurisdizione del Vescovo di Arezzo e molto più tardi negli elenchi delle Decime degli anni 1278-79 quando risulta dipendere dalla pieve di S. Maria in Pava.
Interessanti sono i particolari costruttivi di questo edificio, uno dei più significativi del senese per il repertorio di soluzioni strutturali e decorative.
Vivo d’Orcia, l’Ermicciolo
L’Eremo del Vivo memoria dell’antico monastero camaldolese si colloca in posizione isolata rispetto all’attuale abitato del Vivo, nella località detta Contea.
Sui resti del fabbricato del monastero è stato costruito nel XVI secolo il palazzo dei conti Cervini tradizionalmente attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane.